Neoplasie della Testa e del Collo

In questo spazio puoi trovare informazioni generali sui tumori più frequenti nel distretto testa-collo

Tipologia, epidemiologia, incidenza, fattori di rischio e cause

Le neoplasie della testa e del collo, chiamate anche tumori del distretto cervico-facciale, comprendono i tumori che colpiscono la bocca, la lingua, le gengive, il faringe, la laringe, il naso, i seni paranasali, la tiroide, le ghiandole salivari e l’orecchio.
Il laringe è la sede di comparsa più frequente, seguita dal cavo orale e dalla faringe. Il 90% dei tumori maligni della testa e del collo è rappresentato da carcinomi (spinocellulari o carcinomi a cellule squamose o epidermoidali), il restante 10% è rappresentato da melanomi, linfomi, sarcomi o tumori con diversa istologia, tra cui quelli ad origine salivare.
In Italia i tumori della testa e del collo rappresentano circa il 5% di tutti i tumori maligni e si trovano al quinto posto come frequenza. Ogni anno si diagnosticano circa tra i 10mila e i 12mila nuovi casi. Il tasso di incidenza per l’Italia è di 16 nuovi casi per 100mila abitanti l’anno, mentre in Europa è pari a 18 per ogni 100mila. La sopravvivenza globale è migliore rispetto a quella di tumori di altre sedi, generalmente più aggressivi, con una media di guarigioni che va dal 50-60% a quasi il 90% per i tumori tiroidei. A cinque anni dalla diagnosi è complessivamente pari a circa il 45% ed è maggiore per le donne (54%) rispetto agli uomini (41%). Importante è il momento della diagnosi perché la malattia viene spesso diagnosticata in fase avanzata, pur essendo la sua presenza di non difficile diagnosi. Se Il carcinoma orale viene diagnosticato precocemente, la sopravvivenza a 5 anni può raggiungere circa l’80-90%.
Il vizio del fumo (sigarette, sigari, pipa, tabacco da masticare, marijuana) rappresenta la principale causa di tumori della testa e del collo, si calcola che sia correlato all’85% dei casi. A questo segue l’abuso di alcol, che da solo sembra aumentare di 5-11 volte il rischio. Altri pericoli sono rappresentati dall’esposizione a polveri di asbesto, sostanze chimiche di vario genere, in particolare l’amianto e il nichel per il tumore della laringe. Anche una dieta povera di vitamine del gruppo A e B può influire, così come una scarsa igiene orale, un errato posizionamento di protesi dentari e la presenza nel cavo orale di denti scheggiati. L’esposizione al papilloma virus umano (HPV) è un’infezione attualmente considerata molto importante nella genesi di alcune di queste malattie, specie quelle dell’orofaringe e della bocca. Il virus di Epstein Barr sembra invece essere associato ai tumori del tratto naso-faringeo. I pazienti che in passato sono stati trattati con terapia radiante per acne, ipertricosi facciale, ingrossamento del timo o ipertrofia di tonsille e adenoidi sono invece predisposti a sviluppare carcinomi della tiroide, delle ghiandole salivari e tumori salivari benigni.

Sintomi e diagnosi

I sintomi più diffusi in esordio per i tumori della testa e del collo sono dolore persistente alla gola, difficoltà nel deglutire, raucedine o cambiamenti di voce, dolore allocchire e sanguinamento nella bocca o nella gola. Circa la metà di questi tumori origina nella cavità orale: ulcere o lesioni nella bocca possono quindi considerarsi segnali d’allarme da non trascurare.
Chi dovesse sperimentare questi sintomi per più di due settimane dovrebbe recarsi dal proprio medico curante o richiedere una visita specialistica otorinolaringoiatrica in un ospedale.
Gli esami per individuare la malattia neoplasica sono la laringoscopia o la fibrolaringoscopia eseguite da un medico Otorinolaringoiatra che poi potrà, se lo ritiene opportuno, prescrivere una risonanza magnetica, una TAC e una PET, test di laboratorio (esami del sangue, delle urine) o anche una biopsia per confermare il sospetto di neoplasia e individuare il tipo di tessuto tumorale. Altri esami, consigliati per evidenziare un eventuale diffusione della malattia, possono essere radiografie, TAC addominale o scintigrafia ossea.

Prevenzione

Per prevenire l’insorgenza di neoplasie della testa e del collo va evitato il fumo, il consumo di tabacco e l’abuso di alcolici.
I fumatori dovrebbero sottoporsi a periodiche visite otorinolaringoiatriche dopo i 50 anni. Particolare attenzione deve essere rivolta anche alle comuni alterazioni dei tessuti che ricoprono la cavità della bocca.
I lavoratori esposti ad agenti chimici come amianto e nichel devono proteggersi adeguatamente per evitare di sviluppare il tumore della laringe.

Terapie

Le opzioni di trattamento per i tumori della testa e del collo includono:

  • La terapia chirurgica, possibile solo quando il tumore, in genere insieme con i linfonodi del collo, possa essere asportato in modo completo. Solo in queste condizioni la chirurgia offre garanzie di guarigione. La presenza di metastasi linfonodali, frequenti, condiziona la prognosi riducendo di oltre il 50% le probabilità di guarigione della neoplasia. In queste circostanze al trattamento chirurgico dovrà seguire un trattamento combinato di chemio/radioterapia postoperatorio.
  • La chemioterapia può essere utilizzata nei pazienti sottoposti a chirurgia sia prima della procedura chirurgica, quando il tumore è vasto (per ridurne la dimensione o il numero di metastasi), sia dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule residue e per migliorare la sopravvivenza in pazienti a rischio di ripresa di malattia. Negli stadi avanzati (metastatici), la chemioterapia è usata in combinazione con un anticorpo monoclonale per ridurre la massa tumorale, alleviare i sintomi e il dolore e per allungare la sopravvivenza. È un trattamento sistemico perché il farmaco entra nella circolazione sanguigna e si diffonde nell’organismo, raggiungendo tutte le cellule tumorali presenti. Infine può essere impiegata in fase palliativa, per ridurre i sintomi legati a malattia non più curabile con chirurgia e/o radioterapia.
  • La radioterapia ha lo scopo di distruggere le cellule tumorali utilizzando le radiazioni. Le tecniche più moderne permettono di concentrare le radiazioni solo nella zona tumorale, risparmiando i tessuti sani circostanti. Può essere impiegata da sola con intento curativo, nel caso di tumori di piccole dimensioni, in alternativa alla chirurgia, o in associazione alla chemioterapia per evitare interventi chirurgici mutilanti e preservare la funzionalità d’organo. Nel post-operatorio può essere prescritta per migliorare i risultati della chirurgia quando il rischio di ripresa della malattia è significativamente elevato.
  • Le terapie mirate. Negli ultimi anni, alcuni anticorpi monoclonali, indirizzati a colpire il recettore del fattore di crescita epidermico, hanno contribuito a migliorare il trattamento dei tumori della testa e del collo. Gli anticorpi monoclonali si attaccano alle cellule tumorali e agiscono interferendo con le molecole necessarie alla crescita del tumore e alla sua proliferazione e risparmiando le cellule sane. In questo modo contribuiscono a ridurre le dimensioni del tumore, aumentando l’aspettativa di vita e la qualità di vita dei pazienti, riducendo l’impatto dei sintomi.